Coaching Artistico Formativo

COACHING ARTISTICO PREMESSA

Coaching Artistico Accademia Artistica Andrea Colore Soldatini

L’Artista non è una macchina

Può essere un “fotocopiature umano” di soggetti o di sé stesso, un semplice appassionato, o diligente dispensatore di grafite e colore… ma non è un robot.

È una persona che convive con un lato di sé stesso importante quanto lo sono il cuore o i polmoni: la sua essenza artistica e creativa, e non sempre è una questione dialettica ispirata da vena poetica

È, al contrario, la dura realtà quotidiana

Chi convive con un suo aspetto artistico è condannato ad averci a che fare.

Perché frequentare la propria emotività creativa non è sempre un valzer viennese.

Nelle arti visive tutti hanno un proprio sentire, e un impellente bisogno di esternarlo. L’Artista ha due bocche: una fisica, che normalmente usa poco, e una artistica, che invece usa molto di più

Erroneamente, e malauguratamente, spesso non si ha modo o pensiero di dotarsi del vocabolario adatto per accrescere le proprie potenzialità artistiche, aumentare il valore delle proprie opere, maggiorarne lo spessore artistico.

La tecnica? Sfatiamo le verità menzognere, una su tutte: la tecnica NON È, come molti credono, un binario stretto e diritto, che impedisce l’espressione artistica, MA TUTTO IL CONTRARIO

LA TECNICA E‘ LA CHIAVE PER LA LIBERTA’ ASSOLUTA D’ESPRESSIONE ARTISTICA, CHE RENDE I NOSTRI LAVORI COMPRENSIBILI E CONDIVISIBILI CON GLI SPETTATORI

E se gli spettatori comprendono il nostro lavoro, il successo, il maggior ritorno è garantito.

Questo vale per tutta l’arte figurativa, in generale, ma ancor di più per quella informale, universalmente intesa, che ha POCHE REGOLE MA FERREE, E CHE NON SI PUO’ ASSOLUTAMENTE IMPROVVISARE.

Tutte le arti devono forzatamente passare attraverso la tecnica, elemento principale di quel lato artistico funzionale. Si dà per scontato che ci vuole almeno un po' di tecnica, per suonare una chitarra, e non tutti possono suonare un sax improvvisando, e tantomeno guidare una macchina da corsa.

Nelle arti visive, spesso, si pensa che non vi sia bisogno di impostare e progettare…mai errore è stato più grande.

L’immensa libertà che i segni e le pennellate rilasciano permettono a chiunque di cimentarsi con il lavoro artistico, la propria arte.

Per questo ci sono così tanti artisti che “sentono” e che si peritano nell’eseguire.

Ed è una cosa meravigliosa.

Ma anche così, la confusione è tanta, perché un artista, per potersi esprimere al meglio, ha bisogno di due cose.

Una è senz’altro la tecnica, la conoscenza dei materiali, le loro reazioni e comportamenti.

L’altra è sé stesso.

E molti, moltissimi non riescono a fare luce su questo aspetto. Dal quale ne dipendono molti, molti altri.

E a quel punto si cercano vie espressive utili, ma è un procedere a tentoni, per tentativi, fidandosi più che comprendendo, nella vana ricerca all’esterno di qualcosa che invece è dentro di noi. Siamo noi.

E via di fuga non ve ne sono.

QUINDI… CHI CI AIUTA?

Ecco: è nata l’esigenza di fare chiarezza. Di dare luce e corpo al nostro sentire, e imparare a farlo sempre meglio.

Già… ma come fare?

Come si può fare chiarezza, se siamo noi stessi al contempo causa e vittima dello stato di incertezza?

In questi casi può essere consigliabile rivolgersi a qualcuno che ci aiuti a trovare la NOSTRA strada, e non quella altrui.

Perché ciò accada, questa persona deve possedere la capacità di usare tutta la sua sensibilità e la sua percezione empatica, la sua potenzialità di immedesimazione per capire la nostra anima, entrando in profonda empatia con noi, spiritualmente e mentalmente, per “sentire”, comprendere davvero quale percorso, quale cammino ci devono essere riservati per aprire le danze, sviscerare il nostro sentire, il pensiero costruttivo e attivare la NOSTRA sensibilità.

Deve elevare le nostre peculiarità, che sono come le nostre impronte digitali.

Nessuno sa fin dove si potrà arrivare, né dove il nostro talento, accresciuto, nutrito e curato, potrà farci volare. Ma l’aspetto importante è prendere contezza di sé, del proprio sé, e viverlo appieno fino in fondo.

A questo deve servire un coach artistico. Evitare che ci si perda di nuovo, fino a quando non riteniamo di essere abbastanza strutturati.

Perché il resto deve essere nostro, farina del nostro sacco, di noi artisti. La nostra insicurezza deve sparire e lasciare spazio al riempimento … di noi.

Chi ci affianca è un “parente stretto”, che si inserisce delicatamente nel nostro mondo artistico e ci prende per mano, portandoci fuori dal pantano confusionale, e indicandoci limite e potenzialità, sentieri da seguire e buche da evitare, il coach artistico, che possiamo anche chiamare tutor, è il nostro innesco per far deflagrare la nostra arte intima.

Il tutto per farci scoprire come possiamo comunicare ciò che sentiamo, ma anche come dare forma a quanto abbiamo in testa, o nel cuore, e che non riusciamo a mettere sul supporto proprio come invece vorremmo fare.

Dobbiamo dare alla forma esterna tutta l’intensità, il peso e la sostanza che sentiamo dentro, senza perderne neanche una goccia

Richiedete informazioni sul coaching artistico: scoprirete un mondo totalmente nuovo, e a portata…di tasca

Se vuoi saperne di più, vai alla pagina dedicata sulla nostra piattaforma.

La trovi al seguente indirizzo: QUI

Se invece preferisci un contatto vocale /visivo puoi richiedere, senza nessun impegno, una videocall gratuita, informativa e conoscitiva, direttamente con il Maestro, scegliendo una delle opzioni disponibili QUI

Prova ad informarti. Potrebbe, forse, essere l’opportunità che aspettavi