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Artista Contemporaneo: Jean-Michel Basquiat

JEAN MICHAEL BASQUIAT (New York, 22 dicembre 1960 – New York, 12 agosto 1988)

 

Era una contraddizione in termini.

Una esistenza obbligata dai canoni che la circondavano, saldata su binari che non era possibile abbandonare, mentre la sensibilità dell’anima, con la sua luce e il suo dolore, rompeva le catene e si librava ovunque. Sui muri della città, su materiali di recupero, ovunque fosse possibile esprimere l’unicità del non adeguarsi e della denuncia.

Era una vita, la sua, che non svelava niente, non lasciava trapelare niente, senza alcunché da leggere, senza maniglie né agganci, ma che già aveva scritto tutto. Era un destino, un fato, una direzione, un cosmo unico e intoccabile. Era rabbia, costrizione, strada, violenza, ira e potere immaginativo.

Ne fu mangiato, divorato letteralmente, ingoiato e spezzato da denti e mascelle più grosse di lui, eppure il mostro che lo smembrò finì ucciso dalla luce della sua preda, troppo grande per sparire tra potenti mascelle, e ne fermò il baluginare e la fiamma splendente per l’eternità. Uccise la sua preda più ambita, ma ne permeò la sua traccia terrena di immortalità.

Fu sconfitto per sempre, il mostro, reso visibile, svelato nella sua orribile verità, reso nudo e sottoposto al pubblico ludibrio. E da allora continua a mietere vittime, ma allo scoperto. Non può più nascondersi. Non riusciamo a fermarlo, ma…è destinato alla sconfitta, e non potrà più rientrare nelle tenebre.

Era il più duro, lui, l’artista… e il più grande, nella sua gioventù. Era il primo anche in quella.

Jean Michel Basquiat

Era Jean Michel Basquiat.

L'arte di Basquiat è ancora oggi un pugno allo stomaco, sabbia e vetro sotto i denti, ma anche una poesia e una dolcezza innegabili e nascoste, ricercate come pepite d’oro in un fiume esistenziale di cemento, tombini, asfalto molle e puzzolente d’estate, freddo e indifferenza di ghiaccio in inverno. Per la verità, anche per tutto il resto dell’anno.

È l’arte della dolcezza di un bimbo, e del terrore al cospetto della morte e del dolore di un uomo. Quell’uomo che Jean Michel Basquiat non sarà mai completamente. Non farà mai in tempo, e sfiorerà soltanto questa fase della vita, vivendo come fulgore e morendo nel fulgore.

In lui si mescolano (non se ne può parlare al passato) crudezza, povertà e droga, tanta, tanta droga… amore di vita per la vita si è dipanata in opere monumentali, disagio allo stato puro, speranza a mattoni grezzi, sogni infranti e dita spezzate come saluto quotidiano. Ma ancora sorride, e ancora parla, in un linguaggio nuovo, mai visto prima, inimitabile per quanto complesso, eppur sembrando così facile. Restare fermo in piedi può essere facile, ma vivere in quel momento, restare vivo, è impresa vera. Raccontarla secondo sentimenti, dolori, filtrando la realtà con un’anima lacerata e piena di buchi, restituisce la rabbia e la disperazione con le quali l’umanità ascolta.

Jean Michel Basquiat Untitled

UNTITLED (1982) venduta per $ 110,5 milioni

Entrando a far parte del rarefatto club da oltre 100 milioni di dollari in una sala di vendita punteggiata da periodici sussulti della folla, il potente dipinto di un teschio di Jean-Michel Basquiat del 1982 ha fruttato 110,5 milioni di dollari a Sotheby's, diventando la sesta opera più costosa mai venduta all'asta. Solo altri 10 lavori hanno superato la soglia dei 100 milioni di dollari.

"Ora è nella stessa lega di Francis Bacon e Pablo Picasso", ha detto il commerciante Jeffrey Deitch, un esperto di Basquiat.

Si tratta del dipinto più costoso di Basquiat mai battuto all’asta. L’opera, venduta a maggio del 2017 durante l’asta serale di arte contemporanea organizzata da Sotheby’s New York, ha raggiunto i $110.5 milioni, superando di gran lunga il prezzo di stima di $ 60 milioni. Il dipinto è stato acquistato dal miliardario giapponese Yusaku Maezawa, che solo un anno prima aveva acquistato la seconda opera più costosa dell’artista. Al momento della vendita, il dipinto è diventato una delle 10 opere più costose di tutti i tempi.

E rende inutili i pennelli, schiavi, semplicemente schiavi di una grandezza e di un vocabolario difficile da sopportare, ma impossibile da portare sulle spalle. I materiali sono umili e grandi, e nessuno supera l’altro. Qualunque cosa, qualunque supporto diventa spartito, e ogni segno codice da interpretare. In ogni singolo lavoro, uno via l’altro, senza premeditazione, senza furbizia, solo con verità. Ogni volta che creava spendeva parte della sua vita, senza rinnovarla, e lo faceva senza saperlo.

O forse sì. Forse era consapevole che si sarebbe spento presto, e in questo sta la sua forza, nella disperazione di chi sa di avere poco tempo, e molto, molto da dire. Non lo sapremo mai.

Con una famiglia sfasciata (la madre ricoverata in una clinica psichiatrica, ed il padre lo cacciò di casa perché Jean Michel si rifiutò di continuare gli studi), l’unica alternativa che restava era la strada. E della strada egli fu allievo e parte integrante al medesimo tempo. Allora New York, specialmente nel Low side di Manhattan era un crogiolo di menti che non stavano ferme un secondo, rappresentando un interscambio continuo di idee e contaminazioni. Suonò nei locali, incontrò una miriade di persone, ma restò sempre un “writer”, un graffitaro, dipingendo e colorando a spray sui muri della città giorno e notte.

Jean Michel Basquiat Devil

UNTITLED (DEVIL) venduta per $ 57,3 milioni

L’opera è stata venduta da Christie’s New York nel maggio 2016 per $57.3 milioni al collezionista giapponese Yusaku Maezawa. Si tratta di un dipinto considerato icona dai collezionisti di Basquiat perché presenta l’immagine del diavolo, soggetto ripreso in diversi lavori dell’artista. La vendita da parte del collezionista Lindemann di Untitled (Devil) è stata una scelta astuta, poiché il mercato di Basquiat in quel periodo stava registrando un grave calo e questo ha permesso di concentrare l’attenzione dell’asta sulla singola opera.

Con una vitalità creativa a dir poco esplosiva, bruciò le tappe. Sulla forza dell’impatto dei suoi lavori è significativo questo passo:

“Nel giugno 1980, Basquiat ha partecipato a The Times Square Show, una mostra multi-artista sponsorizzata da Collaborative Projects Incorporated (Colab) e Fashion Moda. Fu notato da vari critici e curatori, tra cui Jeffrey Deitch, che menzionò Basquiat in un articolo intitolato "Report from Times Square" nel numero di settembre 1980 di Art in America . Nel febbraio 1981, Basquiat ha partecipato alla mostra New York/New Wave, curata da Diego Cortez al MoMA PS1 di New York. Artista italiano Sandro Chia raccomandò il lavoro di Basquiat al mercante italiano Emilio Mazzoli, che acquistò prontamente 10 dipinti per Basquiat per una mostra nella sua galleria di Modena, Italia nel maggio 1981. Nel dicembre 1981, il critico d'arte René Ricard pubblicò "The Radiant Child" nella rivista Artforum , il primo ampio articolo su Basquiat. Durante questo periodo, Basquiat dipinse molti pezzi su oggetti trovati per strada, come le porte scartate. “ (Cit. Wikipedia)

Come si evince, Basquiat fu molto sentito e aiutato, in Italia, che allora, come ho sempre sostenuto, aveva critici ed esperti davvero preparati e dal naso fino Viveva ogni momento appieno, in ogni aspetto della vita. La mangiava, la vita, ma era di una fragilità interiore che non lasciava scampo, e che lui combatteva con le droghe, in quantità massicce. Eppure, non si fermava, e sebbene fosse preda dei suoi fantasmi, o forse proprio per questo, continuò a produrre senza sosta, richiesto come non mai, inarrestabile, vivendo il suo messaggio e riuscendo e rendergli vita immortale ma vitale…ed era l’unico che riusciva in questo.

Jean Michel Basquiat dustheads

DUSTHEADS, 1982 venduta per $48.8 milioni

A maggio del 2013, Dustheads è stata venduta da Christie’s New York per $48.8 milioni. Due anni dopo l’asta, un’indagine del New York Times sul riciclaggio di denaro ha rivelato che l’opera era stata venduta al finanziere malese Jho Low, accusato in seguito di appropriazione indebita di fondi appartenenti ad una società gestita dal governo, da lui utilizzati per concedersi uno stile di vita lussuoso. Inoltre, l’opera sarebbe stata utilizzata da Low come garanzia per un prestito dalla divisione dei servizi finanziari di Sotheby’s, ma i proventi del prestito sono stati utilizzati per costruire uno yacht. Low quindi è stato inadempiente al prestito, ma una successiva vendita privata ha ripristinato il prezzo a $35 milioni.

La sua vita si svolge in una manciata di anni, ma produce, scava nella storia solchi che quasi nessuno riesce ad eguagliare. Influenza tutto il mondo dell’arte contemporanea dopo di lui, e chiunque si avvicini al concettuale è, senza saperlo, figlio, nipote, cugino di quel ragazzo nero inarrestabile, ma non invincibile, che ha avuto solo il tempo di esplodere e invadere il mondo con la sua luce, prima di spegnersi in un boato, in un fragore superiore a lui stesso. Un ingegno che manca, un pensiero, una visione irrecuperabili, insorpassabili, che in ogni tratto ancora oggi urlano come urlavano alla nascita, non perdono potenza, e continuano a collegarsi con il nostro disagio interno ma si baciano con la nostra voglia di verità e bellezze, poesia non effimera, si cercano, si trovano, ed è un amore lento, impattante al principio, arrivando quasi al rifiuto, ma che distraendo con l’impatto forte scava l’alcova di una storia d’amore struggente, avvolgente, inquinante, che si salda con il sentire, che si fonde nell’anima nostra, e no ci lascerà mai più.

Nella sua breve ma prolifica carriera, Basquiat ha prodotto circa 1500 disegni, oltre a circa 600 dipinti e molte opere di scultura e tecnica mista. Basquiat disegnava costantemente, e spesso usava gli oggetti intorno a sé come superfici quando la carta non era immediatamente a portata di mano. I disegni di Basquiat sono stati prodotti in molti media diversi, più comunemente inchiostro, matita, pennarello o pennarello e olio. Basquiat a volte usava copie Xerox di frammenti dei suoi disegni da incollare sulla tela di dipinti più grandi. Poeta oltre che artista, le parole erano molto presenti nei suoi disegni e dipinti, con riferimenti diretti al razzismo, alla schiavitù, alla gente e alla scena di strada della New York degli anni '80, a personaggi storici neri, musicisti e atleti famosi, come i suoi taccuini e molti importanti i disegni dimostrano. Spesso i disegni di Basquiat erano senza titolo, e come tale per differenziare le opere una parola scritta all'interno del disegno è comunemente tra parentesi dopo Senza titolo.

Jean Michel Basquiat flexible

Flexible, 1984 venduta per $45.3 milioni

A maggio 2018, Phillips ha presentato in asta l’opera Flexible con una stima di circa $20 milioni. La scelta era dettata dal fatto che, a differenza di molte opere di Basquiat, non si tratta di un dipinto su tela, ma di un supporto composto da listelli di recinzione. Ciò che ha contribuito a raggiungere una somma di $45,3 milioni è stata l’immagine di un re mitico, una misteriosa figura centrale che appare nelle opere più preziose di Basquiat.

La tecnica di Basquiat ha mantenuto forti legami con la sua origine di writer, o “graffitaro”, e prevaricando gli argini del convenzionale e del definito, ha aperto le porte dei compartimenti stagni, uno contiguo all’altro, dei vari settori pittorici, unendo fonti, tecniche e materiali diversi per dare vita alla sua arte comunicativa. Ha spesso incorporato le parole nelle sue opere, disegnava spesso su oggetti e superfici casuali, compresi i vestiti di altre persone.

Un regalo sempiterno, che ci è stato fatto (per chi lo riceve, ovviamene), una traccia, la prova dell’esistenza tanto cercata, che raggiunge la vetta più alta, la supera, arriva sa Dio, o chi per lui, e chiama, chiede, esplode, lacerando l’indifferenza e vanificando l’impegno di chi non vuole vedere.

È stato, è esistito, ha lasciato il suo segno immortale.

È possibile forse ignorarlo, deriderlo, copiarlo, squalificarlo.

Ma è anche possibile, e forse anche meglio, lasciare che questa umanità ci entri dentro. Sta lì a dirci che non è finita. Che il suo ruolo è anche il nostro, e quello di chi verrà, perché quella guerra, intestina e sociale, non è finita né mai finirà.

Ha cantato per noi masticando vetro e camminando su cocci rotti, perché la vita questa è. E non ha voluto tacere, raccontandocela.

Forse… meglio accogliere, lasciarselo scivolare per la gola, bere l’amaro calice e farsene una ragione

Non è ancora finita

Non è ancora finita.

Andrea “Colore” Soldatini

Jean Michel Basquiat Guerriero

Warrior, 1982 venduta per $41.9 milioni

L’opera, raffigurante un soggetto incoronato che brandisce un’arma, è stata venduta a marzo 2021 da Christie’s Hong Kong per $41.9 milioni ad un acquirente che durante l’asta era in chiamata telefonica con lo specialista di arte contemporanea Jacky Ho, superando così Alex Rotter, cliente del presidente di Christie’s New York.

L’amministratore delegato di Christie, Guillaume Cerutti, ha confermato l’opera di Basquiat venduta a un acquirente asiatico

Citazioni

“La congiunzione di vari media è un elemento integrante dell'arte di Basquiat. I suoi dipinti sono tipicamente ricoperti da testi e codici di ogni tipo: parole, lettere, numeri, pittogrammi, loghi, simboli di mappe, diagrammi e altro.” (cit.)

Una delle principali fonti di riferimento utilizzate da Basquiat durante la sua carriera è stato il libro Gray's Anatomy, che sua madre gli aveva regalato mentre era in ospedale all'età di sette anni. Rimase influente nelle sue rappresentazioni dell'anatomia umana e nella sua miscela di immagine e testo come si vede in Carne e spirito (1982-1983). Teste e teschi sono visti come punti focali significativi di molte delle opere più seminali di Basquiat. Le teste in opere come Untitled (Two Heads on Gold) (1982) e Filistei (1982) ricordano le maschere africane, il che suggerisce una bonifica culturale. [134] I teschi alludono al Vodou haitiano, che è pieno di simbolismo del teschio. I dipinti Red Skull (1982) e Untitled (1982) possono essere visti come esempi primari. (Cit.)

L'arte di Basquiat si concentrava su "dicotomie suggestive" ricorrenti, come ricchezza contro povertà, integrazione contro segregazione e esperienza interiore contro esperienza esterna. Un periodo medio, dalla fine del 1982 al 1985, ha caratterizzato dipinti su più pannelli e singole tele con barre di telaio esposte, la superficie densa di scritte, collage e immagini. Gli anni dal 1984 al 1985 sono stati anche il periodo delle collaborazioni Basquiat-Warhol.

RECENSIONI CRITICHE DI TERZI

Secondo il critico d'arte Franklin Sirmans, Basquiat “si è appropriato di poesia, disegno e pittura e ha sposato testo e immagine, astrazione, figurazione e informazioni storiche mescolate con la critica contemporanea.”

Lo storico dell'arte Fred Hoffman ipotizza che alla base dell'autoidentificazione di Basquiat come artista vi fosse la sua "capacità innata di funzionare come qualcosa di simile a un oracolo, distillando le sue percezioni del mondo esterno fino alla loro essenza e, a sua volta, proiettandole verso l'esterno attraverso suoi atti creativi»

Lo storico dell'arte Olivier Berggruen colloca nelle serigrafie anatomiche di Basquiat Anatomy (1982) un'affermazione di vulnerabilità, che "crea un'estetica del corpo come danneggiato, sfregiato, frammentato, incompleto o lacerato, una volta che l'insieme organico è scomparso. Paradossalmente, è l'atto stesso di creare queste rappresentazioni che evoca una valenza corporea positiva tra l'artista e il suo senso di sé o identità."

In riferimento alla potente immagine raffigurata in Untitled (Skull) (1981), Fred Hoffman scrive che Basquiat fu probabilmente "preso alla sprovvista, forse anche spaventato, dal potere e dall'energia emanati da questa immagine inaspettata".

Ulteriori indagini di Hoffman nel suo libro L'arte di Jean-Michel Basquiat rivelano un interesse più profondo per il fascino dell'artista per le teste che dimostra un'evoluzione nell'opera dell'artista da uno di crudo potere a uno di conoscenza più raffinata.

 

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